Bergamo, Astino. Chiesa San Sepolcro

Visitazione di Maria Vergine a Sant’Elisabetta,1705-1707 ca., olio su tela, cm 125×92

La presenza, nel cenobio di Astino, di uno dei più significativi episodi della vita di Maria è giustificata dal fatto che la Madonna era la patrona della Congregazione dei Vallombrosani, titolare del monastero benedettino. Il pittore illustra l’episodio con punto di vista ravvicinato e raffigurando i protagonisti a tre quarti di figura per accentuare il fattore espressivo, focalizzato nell’abbraccio tra la giovane Maria, incinta, e l’anziana Elisabetta, futura madre di Giovanni. Il pathos dell’azione traspare dall’eloquente gestualità delle due donne ed è evidenziato dalla luce che spiove da sinistra illuminando la scena. La tavolozza, come di consueto nell’artista, è orchestrata sulle tonalità carezzevoli del rosa, dei beige, degli ocra.

Padre Eterno, 1705-1707 circa, olio su tela, Astino, Santo Sepolcro

Dio Padre è rappresentato a mezza figura come un vecchio patriarca, con la folta barba a simboleggiare l’autorità e un’espressione che incute timore. L’ampia benedizione espressa dalle braccia aperte cela nella mano destra un evidentemente riferimento teologico nelle tre dita alzate, la Trinità, ribadito dal grande nimbo triangolare che copre tutta la circonferenza della tela. Inserito al centro della volta della cappella del Santo Sepolcro, ristrutturata tra il 1705 e il 1707, la tela va collocata ad una fase coeva per una serie di affinità stilistiche. La sobrietà della gamma cromatica e, soprattutto, la qualità della scioltezza del tocco nelle pennellate filamentose rappresentano delle conferme eloquenti circa l’autografia cifrondiana. (Luca Brignoli)

Bibliografia:  A. Civai (a cura di), Il monastero restituito. Astino: la storia, il restauro, le opere ritrovate, Bergamo 2016, pp. 81, 116-117