Brescia. Pinacoteca Tosio Martinengo
Opere presenti
Vecchio sotto la neve
1717 ca., olio su tela, cm 116,5x88,2
Vecchio con clessidra
1717 ca., olio su tela, cm cm 114x89
Vecchio che invita al silenzio
1717 ca., olio su tela, cm 114x89
Vecchio appoggiato a un bastone
1717 ca., olio su tela, cm 114,3x94
Fanciulla che cuce
1720 ca., olio su tela, cm 108x81
Mugnaio
1720 ca., olio su tela, cm 108,5x81
Giovane contadina
1720-1725 circa, cm 77x63, olio su tela, cm
I sei dipinti costituiscono il più cospicuo nucleo di tele di Cifrondi con figure di genere in una collezione pubblica.
La tela raffigurante il Vecchio sotto la neve fa parte di un ciclo unitario comprendente anche il Vecchio con clessidra, il Vecchio che invita al silenzio, e il Vecchio appoggiato a un bastone, di identiche misure e caratteri stilistici simili. L’antica iscrizione ”Rev.mo Padre Leonardo Lana” lungo la cornice del Vecchio sotto la neve ha suggerito l’ipotesi che anticamente, forse ab origine, il dipinto sia stato di proprietà dell’illustre monaco benedettino Leonardo Lana (Brescia 1640-1717), professo del monastero di San Faustino a Brescia e abate dello stesso monastero dal 1709 al 1711. Il fatto che le opere facessero parte di una raccolta ecclesiastica suggerisce anche utili indizi per la loro interpretazione in chiave allegorico-moraleggiante. Il Vecchio che in vita al silenzio per esempio reca il motto:” aut bene aut nihil” da sciogliersi come:” O parli bene o taci” mentre il Vecchio con clessidra e stampelle e l’espressione allarmata sembra invitare l’osservatore a riflettere sulla fragilità della condizione umana e sul carattere fugace dell’esistenza. Il Vecchio sotto la neve, viceversa, oltre all’allegoria dell’Inverno sembra alludere ancora una volta al concetto della Vanitas, alla vecchiaia fragile e indifesa di fronte alle durezze della vita e allo scorrere del tempo.
La tela di Cifrondi indubbiamente più nota tra quelle conservate in Pinacoteca è il Mugnaio, “l’incantevole candido Mugnaio (quasi “Pierrot lunare”) secondo la celebre definizione di Roberto Longhi(1953) cui si deve la riscoperta del pittore in epoca moderna.
La poesia di questo dipinto, raffigurante, come il suo pendant –La cucitrice- una scena di lavoro, è tutta nella silenziosità della figura imbiancata di farina che fissa con espressione assorta il sacchetto di grano tra le sue mani. Protagonista assoluta è la luce che sembra illuminare dall’interno la massa fusa di colore madreperlaceo steso con pennellate libere, fluide, a contrasto con il fondo scuro. La straordinaria Giovane contadina, firmata “Sifrondi”, entrata solo di recente nelle collezioni del museo, è considerata la testimonianza più stringente dei contatti tra l’anziano Cifrondi e il giovane Ceruti, tornato a Brescia nel 1721 e impegnato intorno al 1725 circa nella realizzazione del grandioso ciclo di Padernello.
(Enrico De Pascale)
M.C.Terzaghi, in Pinacoteca Tosio Martinengo. Catalogo delle opere. Seicento e Settecento, a cura di M. Bona, E. Lucchesi Ragni, Venezia, Marsilio, 2011, pp. 72-85
Orari e contatti
Piazza Moretto 4 Brescia
Tel: 030 297 7833
Orario di apertura: da martedì a domenica 10.00-18.00 (ingresso a pagamento)